mercoledì 5 novembre 2008

Paolo Guzzanti: chiudo oggi la questione Carfagna

Negli ultimi due giorni sono accadute cose diversissime fra loro. La più importante è stata la vittoria di Obama. Io, che ho a lungo tifato per McCain, un “old boy” che dà garanzie di politica estera, ho poi deciso di tifare per Obama: Sarah Palin non mi piace e Obama è un uomo capace di rilanciare l’America nei suoi valori fondanti, con lingua, emozioni e pelle nuovi. God bless America, God bless the elected President.Secondo fatto. Questo blog è andato in tilt per un esplosione di crescita che lo ha fatto impazzire, è saltata la piattaforma, si è oscurato per eccesso di successo e il suo traffico è aumentato di 50 volte. Poi si è stabilizzato e per ora funziona. Gli iscritti sono balzati a 3.500, le visite viaggiano sulle centomila al giorno. Do a tutti i nuovi un benvenuto caloroso. L’esplosione esponenziale del blog è avvenuta in funzione del thread del 2 novembre, in cui cercavo di sganciare la personalizzazione su Mara Carfagna dal tema generale dell’etica politica, della scelta del personale, della meritocrazia nel governo dopo averla evocata nelle scuole: per questo ho fatto uso dell’immaginario pianeta Zorbador. Ma con la Carfagna ha sempre tirato su questo blog brutta aria e questo è avvenuto, dal mio punto di vista, per colpa soltanto sua: la ministra, volendo replicare all’attrice Sabina Guzzanti di anni 45 (l’età la ricordo per sottolineare che non stiamo parlando della “pupetta di papino suo”, ma di una professionista e una star anche internazionale) pensò di qualificarla come “la figlia del deputato pdl Paolo Guzzanti”, trascinandomi per i capelli in una storia in cui io non entravo. Poi, con ulteriore mio fastidio, ha seguitato a tirarmi in ballo arrivando a lamentarsi in televisione del fatto che secondo lei io non la saluto. Poiché a me sono da anni precluse tutte le telecamere di Mediaset e Rai, ho trovato questa sua insistenza inopportuna e irritante.Poi c’è stata la questione delle voci sulle intercettazioni: non torno a ripetere ciò che ho scritto. A quanto pare qualcuno ha delle trascrizioni e le offre in lettura. Alcuni dei lettori, indipendentemente gli uni dagli altri, me ne hanno riferito ampiamente i contenuti. Ho provato un senso di sgomento, di nausea e di panico. Io non so queste trascrizioni chi riguardino. Lo ignoro. So che altri lo sanno.Ho quindi affrontato il tema duro e importante della relazione fra rapporti personanali e capacità politiche. Ciò ha permesso al più antiberlusconiano dei quotidiani italiani di pubblicare un articolo molto fazioso su quel che si dice e si scrive su questo blog. Quell’articolo ha indotto il ministro Mara Carfagna ad annunciare una querela contro di me. Di conseguenza io ieri, 4 novembre 2008, mi sono rallegrato con lei, perché io a mia volta ho querelato tutti coloro che spargono menzogne sul mio conto e apprezzo chi ha la schiena dritta. Ho risposto dunque che se e quando sarò chiamato davanti a un giudice fornirò le indicazioni e i testimoni con i loro racconti.A questo punto è esploso il blog che ha funzionato come il test delle macchie d’inchiostro di Rorschach, quelle macchie usate dagli psicologi e che non significano nulla, ma nelle quali ciascuno vede ciò che ha dentro di sé. Il risultato sta negli oltre 350 post del thread intitolato “Non parliamo della signorina Mara Carfagna, ma…”. Non ho potuto materialmente rispondere perché ero in Parlamento, ma ho avuto di fronte a me uno spaccato emotivo, ideologico, politico, psicologico e spesso anche patologico dell’Italia e degli Italiani.Ho censurato soltanto quei post, numerosi e purtroppo di fan del mio partito, che accusavano le mie figlie attrici di aver fatto carriera prostituendosi. Ho pubblicato tutto il resto, in cui vengo spesso descritto in maniera grottesca e penosa, ma ci sono abituato e ho spalle larghissime per queste cose: in Italia non è affatto considerata una virtù la capacità e la libertà di modificare, adattare, migliorare opinioni e atteggiamenti (ero per McCain, e mi sono ritrovato a piangere di commozione ascoltando il discorso di di ringraziamento Obama a Chicago), ma un costante segno di corruzione, viltà, abiezione.In questo l’Italia è purtroppo figlia di un dio minore ed è anche per curare questa sindrome che esiste la necessità di una “Rivoluzione italiana”, che è il titolo del nostro blog.Ma ciò che mi ha più colpito è stata la focalizzazione ora rabbiosa e ora a fanatico sostegno della persona Mara Carfagna. Contumelie ed esaltazioni si sono succedute e accumulate. A quel punto ho capito che qualcosa di mostruoso e di perverso si era impadronito di questo blog, dirottando un tema di civiltà della politica, di etica della meritocrazia, di trasparenza e di onestà, sul tavolo di un mattatoio.Io ho già detto, e lo ripeto, che la minaccia di querela di Mara Carfagna non mi preoccupa ma non ho alcuna vocazione alla lite personalizzata con Mara Carfagna né alcuna intenzione di alimentarla. Voglio dunque chiarire ancora una volta e definitivamente, e al di là dei motivi già indicati per cui Mara Carfagna mi ha ingiustamente provocato, che io non ho mai avuto interesse, voglia e intenzione di passare dal caso generale – etica e politica – ad un linciaggio nei suoi confronti.Semmai, come documentano tutti gli scritti su questo blog, ho fatto il contrario: partire da un verminaio di pettegolezzi, voci, per muovere verso frontiere ed orizzonti più vasti: il rapporto fra la politica e i criteri di scelta. Io ho già scritto di aborrire l’attuale sistema politico che fa di tutti i parlamentari dei nominati, tutti, come il sempre citato cavallo di Caligola. Siamo tutti cavalli.Per questo io voglio le primarie, altro che le sciocche preferenze tutte confezionate esattamente come le liste bloccate attuali, e voglio combattere per la leadership e formare e mietere consenso. Molti mi hanno dato del beneficato da Berlusconi perché sono cavallo anch’io. Bene, è vero. Ma ho la presunzione di credere, e anche questo blog lo mostra, di essere in grado, se lo decido, di guadagnare da solo il ruolo di rappresentante del popolo nel Parlamento della Repubblica. Molti mi chiedono di dimettermi da tutto, partito, Parlamento, il Giornale per cui scrivo. Non mi passa manco per la capa, come dicono a Napoli. Il Popolo delle libertà è il mio partito e ci mancherebbe altro che io lo diffamassi andandomene, così insinuando che mancherebbe la prima delle libertà, quella di dissentire anche frontalmente, apertamente, lealmente e senza peli sulla lingua dalle idee del leader.Ma vorrei chiudere, per parte mia e unilateralmente, sempre pronto ad affrontare il processo penale che mi è stato preannunciato, la questione con Mara Carfagna. Ieri mi ha intervistato per il suo bel programma radiofonico Luca Telese. E lì, dopo aver spiegato i termini della questione, ho detto che Mara Carfagna non è il mio obiettivo che le mandavo idealmente una rosa bianca in segno di pace.Lo ripeto oggi in nome della mia libertà e perché mi trovo molto a disagio in mezzo ad un processo contro una donna. Il femminismo è morto e certamente Mara Carfagna non è una femminista, ma io conservo quel lontano spirito oggi perso da molte donne italiane. Mi rendo conto che qui si è andati spesso molto sopra le righe, e me ne dolgo. Ma ripeto anche che la Carfagna mi ha provocato a freddo e si è beccata la mia reazione a caldo. Di quella mia reazione, dal punto di vista personale, mi scuso e ribadisco che intendo giudicare la Carfagns, come ogni altro politico, solo sulla base delle sue attività politiche.Ora devo correre alla Camera. Si aprano le segrete, le camere della tortura, si accendano i roghi e prosegua la festa post Halloween del sabba della politica italiana fondata sull’odio.Obama ha chiesto a McCain aiuto e consiglio. Ma quella è l’America. God bless Italy, che ne ha bisogno.
articolo tratto dal blog dell'onorevole Paolo Guzzanti http://www.paologuzzanti.it/

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